Storie

20 agosto 2022 Brava Swisscom

Swisscom riceve circa 8'000 candidature per 250 posti di apprendistato.
Come scegliere i più idonei?
Sembrerebbe semplice: note scolastiche e curriculum. Senza dimenticare i livelli in mate e tede.
No.
Swisscom ha scelto un altro modello per identificare i giovani più promettenti “capaci di gestire un progetto”. Un progetto nuovo, non privo di incognite.

Ma non è una novità. Per l’ammissione agli studi di medicina da anni si organizzano prove standardizzate in italiano francese e tedesco: una macchina complessa gestita su mandato delle Università: lo stesso giorno 4'000 studenti in possesso di una maturità accreditata partecipano a una prova che definisce una graduatoria. I primi 1'000 hanno diritto a un posto di formazione.
Le note della maturità? Nessuno le considera. Tutti gli anni alcune delle migliori studentesse o studenti – magari con il premio per la miglior maturità – non entrano in graduatoria.
Una procedura sbagliata? Criticata, certo, ma in vent’anni non si è trovato niente di meglio.

Due segnali che la funzione profetica delle note – e dei diplomi -  può essere messa in discussione.

Nel 1960 un falegname delle nostre valli l’aveva già capito. A un docente che gli presentava un allievo dicendo “E’ un bravo ragazzo, ma molto debole in francese” ha semplicemente risposto: “Me lo mandi, noi le finestre le facciamo in dialetto”.
Cinquant’anni dopo anche gli esperti universitari sono giunti alla stessa conclusione.

Non l’hanno capito alcuni rappresentanti della corporazione dei docenti, che si sono stracciati le vesti – meglio la toga – di fronte al riconoscimento di formazioni non ortodosse alla professione di insegnante. In tedesco hanno parlato di “Laienlehrer”, per contrapporli ai clerici, quelli con il Diploma giusto – l’unico giusto -. Il Diploma appunto non la competenza. Uso questi termini clericali perché rappresentano bene la situazione. Era già capitato ai tempi di Freud, inizio novecento. I terapeuti da lui preparati, se non erano già medici, venivano chiamati “Laienanalytiker”. Sembra che ora, 120 anni dopo, anche gli psicoterapeuti non medici possano essere riconosciuti dalle Casse malati.

C’è sempre speranza

20 agosto 2022

21 giugno 2022 Pesci e livelli

Come al solito ero al bar non per bere il caffè, ma per leggere i giornali. Come al solito altri stavano tranquillamente leggendo.

Mi avvicinò un conoscente, maestro in pensione. “Deluso? Non fa niente, ci sono le solite cose, le guerre, il caldo. E poi i livelli nelle Scuole Medie. “Mi ricordo bene, io ero maestro di scuola maggiore, insegnavo italiano, storia e francese. Dopo i corsi di Pavia. Poi divenni professore alle Medie. Sempre italiano, storia e francese. Avevo tante ore e poche classi, conoscevo gli allievi. Anche le loro famiglie.” Ancora nessun giornale libero.

“Venivano gli esperti di materia. Tutti con dottorati e altro. Nessuno del professionale. All’inizio nessun problema. Poi quello di francese trovò che le mie conoscenze della cultura francese erano scarse. Così insegnai solo due materie. Meno ore per classe, più allieve e allievi. La presi male. Alla fine insegnavo solo italiano. Tante allieve e allievi, tanti consigli di classe, tante riunioni. Le famiglie le conoscevo durante le riunioni dei genitori. I genitori seduti nei banchi, scomodi, quasi a segnare chi comanda. L’orientamento lo facevano le note e i livelli.” “ Ecco, i livelli.

Sembra che Einstein abbia detto : “se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido “. I livelli, pensati come risposta alle attitudini personali – chi nuota e chi si arrampica – sono diventati criteri di qualità universali. Per fare il carpentiere meglio un apprendista con i livelli A. Ha le vertigini ? Gli piace il lavoro di squadra all’aria aperta? Domande inutili.” Avevo finito il caffè da un pezzo, ma ancora nessun giornale libero. “ Certo adesso i livelli, con la deformazione che se ne è fatta, non sono più difendibili. Bisogna per lo meno cambiargli nome. O utilizzare altre materie.” Comando un birrino, anzi due.

“ Vede la preoccupazione non è l’insegnamento ma i criteri per andare al liceo. Non per niente il Liceo è nella stessa Divisione della Scuola Media, separato dalle altre formazioni post-obbligatorie. Poi negano che la preoccupazione centrale sia fare della Media una propedeutica del Liceo! Quando non si sta attenti, si butta la discriminazione dalla finestra e rientra dalla porta. Una volta si andava al liceo con i livelli A e la media del 4,5. Poi c’erano troppi bocciati in prima liceo. Così si alzò la media a 4,65. Il sistema si adeguò rapidamente e le quote di iscrizione al liceo si stabilizzarono ai dati precedenti, con le differenze di sempre tra città e valli, figli di accademici o di operari .” Erano arrivati i birrini. “Salute !” “

Vede, toglieranno i livelli, o gli cambieranno nome, ma rimane il problema di fondo: la Media come propedeutica del liceo, la non accettazione del nostro sistema duale, con Università e Scuole universitarie professionali che offrono formazioni diverse. ma di ugual valore. Insegnare ai pesci a arrampicare , sperando che siano più felici , forse non è un buon metodo. Bisogna valorizzare anche il nuoto. Ma questo è un problema che non può affrontare la scuola, composta tutta da persone che sanno arrampicare” Era diventato libero un giornale .

26 febbraio 2022 Quel che non è esplicitamente vietato è permesso

Anni ottanta.
Il primario di neurologia segnala all’Ufficio dell’educazione specializzata uno suo paziente. Due settimane prima dell’esame di maturità ha avuto un grave incidente. Lunghi ricoveri, riabilitazioni. Dopo un anno situazione stabilizzata: paraplegia, buon ricupero della capacità intellettive, ma fragilità e stanchezza.

Presento una proposta al suo liceo: preparare un programma di maturità, su due anni in modo da evitare situazioni di stress. Inizio graduale, incominciando con lezioni a domicilio. “Impossibile, non è previsto dal Regolamento”

Vado dal segretario del Dipartimento: “Nessun articolo lo vieta. Ti racconto una storia, poi tu la racconti al Collegio docenti del liceo e vediamo. Quando ero direttore di un ginnasio una allieva si è rotto una gamba. Ricovero in ospedale, lunga assenza, non può fare la prova finale di francese. La media annuale era insufficiente. A luglio organizzo una prova che supera. Una mamma la cui figlia aveva una nota finale insufficiente é venuta a reclamare ritenendo che avessi commesso un’ingiustizia, non avendo offerto una analoga possibilità di ricupero alla figlia. Le ho risposto “Non sia mai detto che la scuola pubblica commette ingiustizia, Lei va a casa, rompe la gamba a sua figlia e io le organizzo l’esame di ricupero” Racconta la storia e poi vediamo se è necessario cambiare il Regolamento.

Ho raccontato la storia e non è stato necessario cambiare Regolamento.

Nella nostra epoca di pandemia burocratica temo che un’accusa di abuso di autorità, con due anni di istruttoria, una blanda condanna di aliquote sospese sarebbe stata la fine della storia. E il giovane? Non centra, stiamo parlando di basi legali e non di persone.

Tutto quello che non è esplicitamente permesso, è proibito.

19 dicembre 2021 Mi devo ricredere: i gruppi di lavoro sono utili

Mi devo ricredere e chiedo scusa se ho formulato considerazioni irriverenti sui gruppi di lavoro che le amministrazioni solertemente incaricano di trovare soluzioni a problemi, spesso ritenuti urgenti.

Nel 1975 appena assunto dall’allora DPE (ora DECS) come responsabile dell’educazione speciale venni chiamato a far parte di una Commissione o gruppo di lavoro per proporre una struttura psichiatrica per adolescenti. Ritenuta urgente. Molto.

Ci riunimmo varie volte, approfondimmo il tema, sentimmo esperti di fuori cantone.

Dopo un anno ebbi l’impressione di marciare sul posto: il verbale della prima riunione poteva riassumere bene le considerazioni dell’ennesima seduta.

Poi la commissione si dissolse. O continuò e io non me ne accorsi. Il minorenni con gravi disturbi psichici continuavano a essere accolti – si fa per dire – nelle strutture per adulti.

Leggo che il Gran Consiglio prossimamente sarà chiamato ad approvare un Messaggio per la costruzione di un Centro per l’accoglienza e la cura di giovani con disturbi psichici. Certo non si aprirà domani. Approvare il credito, aprire un concorso, assegnare un mandato, iniziare i lavori. Con i possibili referendum e ricorsi potremo sperare nel 2025

Sono convinto che sarà una buona soluzione, meditata durante 50 anni: importante è arrivare con una soluzione non improvvisata, avendo analizzato tutti gli aspetti. Quando c’è di mezzo la salute dei/delle nostre giovani non si può improvvisare.

Nel frattempo i/le quattordicenni in crisi psichica potranno sempre essere ben accolti nelle strutture per adulti.

Se poi nel 2025 non si sarà pronti si potrà sempre costituire un gruppo di lavoro.

5 ottobre 2021 Legge Wütrich

Tra gli ospiti illustri dei seminari del Monte Verità ci fu Kurt Wütrich, professore del Poli di Zurigo, che non aveva dimenticato le sue origini di contadino dell’Oberland bernese.

Parlò delle sue ricerche sui prioni – nessuna idea cosa fossero – e si presentò alla conferenza mettendo sulla cattedra una vecchia pantofola di ginnastica. Con le stringhe rappresentò la struttura di quelle strane cose che stava studiando. Così nel 2002 vinse il premio Nobel. Non per le stringhe, ma perché nel frattempo era scoppiata la mucca pazza e i prioni spiegavano molte cose. Un problema: nel 2003 compiva 65 anni e doveva andare in pensione, la legge era chiara. Le università americane  già gli facevano ponti d’oro. Così in quattro e quattr’otto, per i tempi amministrativi quasi due anni, nel gennaio 2004 venne modifica la Legge sui politecnici, inserendo nell’art 17 il punto 4: “In casi eccezionali debitamente motivati, il Consiglio dei Politecnici Federali può convenire con un professore che il suo impiego duri oltre il limite di età di cui all’articolo 21 della legge federale del 20 dicembre 194636 sull’assicurazione per la vecchiaia e i super­stiti”.

Ecco la crepa nel muro di cemento della legge: un articolo che preveda un organo che possa decidere su situazioni non previste e non prevedibili, senza applicare la legge.


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