Ogni tanto mi siedo al bar a bere un caffè e leggere i giornali, se possibile: oggi tutti occupati da anziani diligenti, che li leggono da cima a fondo. Pazienza.
Il mio vicino ha cominciato a raccontare.
“Era capitato che durante una festa la vita di un vagabondo, uno di fuori, venisse messa seriamente in pericolo e il suo cane venisse ucciso. Tutti avevano sentito i colpi di pistola.
Le solerti autorità giudiziarie iniziarono subito le inchieste del caso. In poche settimane poterono concludere che i bossoli rinvenuti nella terra non avevano provocato inquinamento alcuno. La pistola era stata regolarmente segnalata alla competente autorità. Il possessore aveva un regolare porto d’armi, tempestivamente rinnovato alla scadenza. Dal punto di vista legale non era quindi constatabile nessuna violazione. Restava da chiarire se chi aveva sparato avesse infranto una legge. Non fu il caso perché si è potuto appurare che c’era stato un errore di comunicazione. Uno aveva detto “spera”, l’altro aveva capito “spara”. Una “comunicazione claudicante”, evidentemente un problema ortopedico e non penale. Il caso si chiuse senza condanne. Poi…”
Nel frattempo si era liberato un giornale e mi ero precipitato a prenderlo.
Intanto pensavo all’importanza della precisione linguistica. Mi pareva di ricordare una situazione analoga, dalle nostre parti, dove si era detto “demolisci il tetto” e si era capito “demolisci tutto”.
Carenza nella formazione linguistica.
O un’altra dove alcuni avevano capito “dormite sereni”, invece di “con le sirene”.
Forse è colpa della scuola non abbastanza severa. Forse.
Avevo trovato il giornale e incominciato a sfogliarlo, ma intanto come un chiodo fisso mi tornava la preoccupazione di come migliorare la precisione della comunicazione.
Se non si è precisi – a dire e a capire – ci possono essere conseguenze. Non penali, ma penose.